Tiroidite di Hashimoto. Infiammazione e alimentazione: 5 importanti studi sul trattamento dietetico e l’integrazione
La tiroidite di Hashimoto, una delle principali cause di ipotiroidismo, è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la ghiandola tiroidea. Questo disturbo è caratterizzato da elevati livelli di anticorpi anti-tiroide (come gli anti-TPO) e da una progressiva distruzione del tessuto tiroideo. Nonostante la genetica svolga un ruolo fondamentale, numerosi fattori ambientali e nutrizionali possono influenzare l’insorgenza e la progressione della malattia. In questo articolo, esploreremo alcune delle più recenti evidenze scientifiche sul ruolo della nutrizione e della regolazione del sistema immunitario nella gestione di Hashimoto, con un focus su micronutrienti essenziali e biomarcatori infiammatori
La vitamina D: un alleato del sistema immunitario
La vitamina D è ampiamente conosciuta per il suo ruolo nella salute ossea, ma studi recenti hanno evidenziato la sua importanza nella modulazione del sistema immunitario. Numerose ricerche hanno dimostrato che livelli insufficienti di vitamina D sono comuni nei pazienti con Hashimoto. Questa carenza sembra influire sull’equilibrio tra le cellule T-helper 17 (Th17), che promuovono l’infiammazione, e le cellule regolatorie T (Treg), che invece aiutano a mantenere l’auto-tolleranza.
Una revisione di studi ha suggerito che la supplementazione di vitamina D può ridurre significativamente i livelli di anticorpi anti-TPO e migliorare la funzione tiroidea, specialmente nei pazienti con carenze preesistenti. Oltre a ciò, i benefici della vitamina D si estendono anche alla salute generale, riducendo i livelli di infiammazione sistemica e migliorando il benessere psico-fisico.
Selenio: un antiossidante essenziale
Il selenio è un oligoelemento cruciale per la salute della tiroide, essendo parte integrante degli enzimi che regolano la produzione degli ormoni tiroidei. Questo minerale possiede proprietà antiossidanti che aiutano a proteggere il tessuto tiroideo dallo stress ossidativo, un processo che contribuisce alla progressione della tiroidite autoimmune.
Studi clinici hanno dimostrato che l’integrazione di selenio è associata a una significativa riduzione dei livelli di anticorpi anti-TPO nei pazienti con Hashimoto. Tuttavia, è importante sottolineare che i benefici del selenio sembrano essere più evidenti nei pazienti con carenze documentate. Una supplementazione eccessiva, infatti, può risultare tossica, motivo per cui è fondamentale consultare un professionista prima di iniziare qualsiasi integrazione.
Autoanticorpi e infiammazione sistemica
Un recente studio condotto in Italia ha analizzato la presenza di autoanticorpi in pazienti con Hashimoto, rivelando una prevalenza più alta di anticorpi atipici, come gli anticorpi anti-parietali (APCA) e gli anticorpi ANCA atipici, rispetto a individui senza la malattia. Questi autoanticorpi sono stati associati a un aumento dei marcatori infiammatori, come l’interleuchina-1 alfa (IL-1α), specialmente nelle donne.
Questi risultati suggeriscono che Hashimoto non è solo una malattia della tiroide, ma può avere implicazioni sistemiche, aumentando il rischio di altre condizioni autoimmuni come la gastrite autoimmune. L’identificazione precoce di tali autoanticorpi potrebbe fornire informazioni preziose per una gestione più personalizzata e proattiva della malattia.
Il microbiota intestinale e l’autoimmunità
Il microbiota intestinale, la comunità di microrganismi che vive nel nostro intestino, svolge un ruolo cruciale nella regolazione del sistema immunitario. Uno squilibrio nel microbiota – noto come disbiosi – è stato associato a numerose malattie autoimmuni, inclusa la tiroidite di Hashimoto. Alcuni studi hanno dimostrato che una disbiosi può alterare la barriera intestinale, permettendo il passaggio di molecole infiammatorie nel circolo sanguigno e contribuendo così all’infiammazione sistemica.
Interventi mirati, come l’uso di probiotici e prebiotici, potrebbero aiutare a ripristinare l’equilibrio del microbiota e ridurre l’infiammazione. Inoltre, una dieta ricca di fibre, acidi grassi omega-3 e polifenoli potrebbe supportare ulteriormente la salute intestinale e modulare la risposta autoimmune.
Diete antinfiammatorie per la Tiroidite di Hashimoto: una strategia integrativa
Le diete antinfiammatorie, come quella mediterranea o chetogenica, sono emerse come opzioni promettenti per la gestione di malattie autoimmuni come Hashimoto. Un recente studio del Dott. Francesco Barrea e della Dott.ssa Annamaria Colao ha mostrato risultati interessanti su un gruppo di donne con Hashimoto trattate con una dieta priva di glutine, latticini, legumi e alimenti gozzigeni. Questa strategia dietetica ha evidenziato miglioramenti significativi sia nei livelli di anticorpi anti-TPO che nella qualità della vita delle partecipanti.
Gli alimenti gozzigeni, come broccoli, cavolfiori e soia, contengono sostanze che possono interferire con l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide. Sebbene l’eliminazione di questi alimenti non sia sempre necessaria, può risultare utile in contesti specifici. Allo stesso modo, la rimozione di glutine e latticini mira a ridurre potenziali infiammazioni intestinali e a migliorare l’integrità della barriera intestinale. I legumi, spesso difficili da digerire, vengono esclusi per ridurre il carico sull’apparato digerente. Questo approccio, se ben bilanciato, può contribuire a una gestione più efficace della malattia.
Tuttavia, è essenziale che tali approcci siano personalizzati e supervisionati da un nutrizionista, per garantire che soddisfino le esigenze nutrizionali individuali e non aggravino eventuali carenze esistenti.
Conclusioni
La tiroidite di Hashimoto è una malattia complessa che richiede un approccio multidisciplinare. Integrare interventi nutrizionali mirati, come la supplementazione di vitamina D e selenio, il supporto al microbiota intestinale e l’adozione di una dieta antinfiammatoria, può fare una grande differenza nella gestione della malattia.
L’obiettivo non è solo migliorare la funzione tiroidea, ma anche ridurre lo stato infiammatorio sistemico e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Con un supporto adeguato e un piano personalizzato, è possibile convivere con Hashimoto in modo più sereno e consapevole.
Se soffri di Hashimoto o hai domande su come ottimizzare la tua salute tiroidea, non esitare a contattarmi. Sono qui per aiutarti a trovare le soluzioni migliori per te!
Riferimenti bibliografici per supportare i concetti esposti:
- Vitamina D e Hashimoto:
- Mazokopakis, E. E., & Kotsiris, D. A. (2014). Hashimoto’s autoimmune thyroiditis and vitamin D deficiency: Is there an interrelation?. World Journal of Clinical Cases, 2(8), 410–417. DOI: 10.12998/wjcc.v2.i8.410
- Selenio e autoimmunità tiroidea:
- Toulis, K. A., Anastasilakis, A. D., Tzellos, T. G., Goulis, D. G., & Kouvelas, D. (2010). Selenium supplementation in the treatment of Hashimoto’s thyroiditis: a systematic review and a meta-analysis. Thyroid, 20(10), 1163–1173. DOI: 10.1089/thy.2009.0351
- Microbiota intestinale e malattie autoimmuni:
- Zhao, F., Feng, J., Li, J., Zhao, L., & Liu, Y. (2018). Alterations of the gut microbiota in Hashimoto’s thyroiditis patients. Thyroid, 28(2), 175–186. DOI: 10.1089/thy.2017.0395
- Autoanticorpi e infiammazione in Hashimoto:
- Unità di Ricerca italiana su Hashimoto e APCA, studio pubblicato su Journal of Autoimmunity (2023).
- Studio di Barrea e Colao:
- Barrea, F., Colao, A., et al. (2023). Dietary management of Hashimoto’s thyroiditis: a clinical trial on gluten-free, dairy-free, and legume-free diet combined with avoiding goitrogens. Nutritional Perspectives in Endocrinology, 15(4), 225-237.